
Pubblicato su TUTUBBI in: GIOCHI
La Commissione per la sicurezza nelle scuole di Trump non ritiene ci sia correlazione fra la violenza nelle scuole e la facile reperibilità delle armi da fuoco. Ma videogiochi e social media invece…
Questa settimana, a Capitol Hill in America, il capo della Federal Commission on School Safety (Commissione Federale per la sicurezza nelle scuole) dell’Amministrazione Trump ha indetto un incontro per discutere del budget da destinare al Dipartimento dell’Istruzione.
Molti si aspettavano che la responsabile, BetsyDeVos, alla luce degli ultimi avvenimenti di cronaca nera americana, i quali vedevano le scuole teatro di incomprensibili massacri ad opera di giovani under-20 in possesso di pericolose armi da fuoco, annunciasse un qualche provvedimento per monitorare e impedire la diffusione delle armi in questi luoghi.
Purtroppo, le intenzioni di questa commissione sono diametralmente opposte.
All’incontro, il senatorePatrick Leahy del partito Democratico (quindi in opposizione all’attuale governo Repubblicano) ha posto questa domanda alla DeVos:
“La vostra Commissione esaminerà il ruolo delle armi da fuoco e la loro relazione nella violenza armata nelle nostre scuole?”.
La risposta della DeVos?
“Non è un compito della commissione.”.
Dichiarazione in contrapposizione con il mandato della stessa Commissione. In fondo, questo ente venne formato proprio in seguito alla tragedia della Florida, dove un 19enne compì una strage in una scuola di Parkland, uccidendo 17 persone (fra studenti e professori) armato di un AR-15.
Continuando a rispondere alle domande del senatore, DeVos ha dichiarato che la commissione prenderà in esame, non il ruolo delle armi in questi episodi di violenza, bensì quello dei social media e dei videogiochi.
Giustamente perplesso,Leahy ha chiesto alla responsabile della commissione se avesse già preso in considerazione i paesi dove gli studenti giocano e spendono il loro tempo sui social media più assiduamente che in America e, nonostante ciò, non registrano episodi di violenza come quelli americani. Anche in questo caso, la DeVos ha risposto negativamente.
La Commissione ha concluso, dichiarando che per la fine dell’anno stilerà un rapporto sulle loro ricerche e analisi.
Inutile dire che, fino ad ora, non sono stati riscontrati collegamenti diretti fra videogiochi/social media e violenza. Se questa commissione riuscirà a provare qualcosa, sarà quella la vera notizia.
Nel frattempo, i giovani americani continueranno ad avere accesso ad ogni genere di arma da fuoco. Ma ehi, finché staranno alla larga da MortalKombat andrà tutto bene.
Cosa ne pensate?
The post Violenza nelle scuole? L’amministrazione Trump preferisce indagare su videogiochi e social media, ma non le armi da fuoco appeared first on VG247.it.
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